«Chi lascia una relazione odeporica, anche se non viaggia per diporto, può, solitamente, essere assimilato a chi lo fa» (Scaramellini 1985)

domenica 3 luglio 2016

FAGNANI Giacomo




Da DBI:

FAGNANIAntonietta. - Nacque a Milano, parrocchia di S. Babila, il 19 nov. 1778, ultimogenita di Giacomo, marchese di Gerenzano (nato a Milano il 1° sett. 1740), e di Costanza Brusati dei marchesi di Settala (nata a Milano il 6 dic. 1747).
I genitori furono entrambi ben noti nella società elegante del tempo, alimentando le cronache con le loro stravaganze e i loro scandali. Sposatisi nel 1767 contro la volontà della ricchissima famiglia Fagnani, avevano intrapreso immediatamente il grand tour, quasi d'obbligo allora per le persone del gran mondo: Firenze, Roma, un anno a Napoli, poi nuovamente Roma dove Costanza si fermò (divenendo oggetto di curiosità e lazzi per le sue esageratissime acconciature parigine non ancora viste in quella città), mentre Giacomo si recava in Corsica con H. Herbert conte di Pembroke per seguirvi da vicino le vicende di Pasquale Paoli. Ritrovatisi a Milano nel luglio 1769, essi non mancarono di attirare l'attenzione, lui per la sua dilapidatoria frenesia di giocatore d'azzardo e lei per le sue galanterie. Nel gennaio 1770 ripresero il tour, per Parigi e poi Londra, dove si fermarono. Qui il 25 ag. 1771 Costanza diede alla luce una figlia, Maria Emily detta Mie Mie, che, pur riconosciuta dal Fagnani, era quasi certamente figlia di W. Douglas conte di March (dal 1778 duca di Queensberry), famoso libertino: infatti, al rientro a Milano dei coniugi nel gennaio 1772, ella fu lasciata in Inghilterra, affidata alle cure di G. A. Selwyn. Invano poi, per tutta la vita, con vicende veramente romanzesche, i Fagnani tentarono di riottenere stabilmente questa figlia (vi riuscirono solo dal 1777 al '79 andando a prendersela a Londra), che sposerà a loro insaputa nel maggio 1798 Frances Seymour-Conway conte di Yarmouth, erediterà un'immensa fortuna dal duca di Queensberry, e morirà il 2 marzo 1856 a Parigi, dove aveva condotto vita di grande mondanità. A Milano Giacomo continuerà la sua esistenza di stravizi dilapidando l'ingente patrimonio ereditato da uno zio, il canonico Giacomo; nel gennaio 1776 con altri due gentiluomini assunse la gestione del regio ducal teatro alla Scala (la nota "Impresa dei nobili direttori associati", che godevano anche i proventi del gioco nel ridotto). Consumato dalla lue, orinai cieco e semidemente, egli venne interdetto il 1° giugno 1781, fino alla morte avvenuta il 7 giugno 1785.

Nessun commento:

Posta un commento