«Chi lascia una relazione odeporica, anche se non viaggia per diporto, può, solitamente, essere assimilato a chi lo fa» (Scaramellini 1985)

venerdì 24 giugno 2016

LONGO, Alfonso

(Pescate LC 1738 - Milano 1804) religioso

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Dell'estate 1763 è anche la prima prova letteraria nota, la descrizione di un viaggio nei baliaggi italiani dei Cantoni svizzeri compiuto in compagnia di Giacomo Lecchi; la curiosità per leggi, ordinamenti e costumi dei luoghi, l'alternanza tra toni ironici e sentimentali (come nei riferimenti all'"adorabile Verri" e al "carissimo Beccaria"), la passione umanitaria, laica e civile, evidente nella riprovazione del numero eccessivo di chiese nel Comasco o nelle espressioni di orrore di fronte a un episodio di tortura, riportano al nascente illuminismo milanese e apparentano la descrizione alle successive lettere romane.
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A Roma egli soggiornò dall'ottobre 1765 al luglio 1767, nella vana ricerca di un beneficio o incarico. Le ventitré lunghe missive in francese agli amici milanesi sono un vivacissimo reportage su una società ecclesiastica e laica al tempo stesso corrotta ("le bordel du genre humain", esclamava il 2 ag. 1766: Ed. naz.… di C. Beccaria, IV, p. 362) e dominata da pregiudizi e da un gretto conservatorismo. Esempio dell'ironica compunzione del L. è un commento sulla moltitudine di chiese e conventi a Roma: "Il est vrai que la campagne est deserte, que sa sterilité rend l'air en été très malsain, qu'on manque absolument de cultivateurs, de marchands etc.; mais il est bien plus prudent de peupler le ciel que ce grain de sable où nous sommes autant de passagers" (ibid., p. 137). Tanti gli accenni alla debolezza della carne: "les Romaines sont plus chastes de corps qu'on ne le pense, quoiqu'il n'y doive avoir point de femmes au monde, hors les victimes de la jalouse brutalité d'un sultain, qui aient des desirs si vifs. Mais par bonheur les sentimens de religion, dont l'impression se repete si souvent, les empechent de réaliser ce qu'elles ne peuvent pas s'empecher de souhaiter" (ibid., p. 247).
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Un soggiorno a Vienna tra il luglio e il novembre 1774 gli fruttò l'amicizia e la stima del Kaunitz e il titolo di sovrintendente alle scuole minori e ai collegi, con uno stipendio di 1800 lire annue, che aggiunse agli altri emolumenti. Tra queste entrate e quelle private (valutate a 2200 lire annue), il L. godeva ormai di una certa agiatezza: "Da povero uomo, si è reso ormai comodo colla sua carrozza" commentava il solito P. Verri (27 nov. 1776, ibid., VIII, p. 210). La contropartita era un crescente impegno nel pubblico servizio. Membro della Società patriottica istituita nel 1776, nel 1782 divenne primo bibliotecario della Braidense; lo stipendio di 3000 lire annue (poi 5000) sostituì quello di docente, cessato con l'abolizione della cattedra di pubblica economia.

Arch. Verri, cartt. 281 (parte inedita del carteggio tra i Verri con notizie sul L.), 273 (lettere di L. Lambertenghi a P. Verri sul soggiorno a Vienna nel 1784); Lecco, Arch. Plebano, Registro di battesimo 1691-1745, p. 216 (per la data di nascita); Vienna, Haus-, Hof- und Staatsarchiv, Lombardei Korrespondenz, f. 284 (corrispondenza con la corte viennese); Aix-en-Provence, Musée Louis Arbaud, Correspondance du marquis de Mirabeau, regg. 19-22 (lettere di Mirabeau al L.);
C. Capra - F. Mena, Un viaggio nei baliaggi italiani nell'"insipida descrizione" di A. L. (1763), in Arch. stor. ticinese, XXXVI (1999), 126, pp. 139-156 (la descrizione del viaggio in Svizzera)

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