«Chi lascia una relazione odeporica, anche se non viaggia per diporto, può, solitamente, essere assimilato a chi lo fa» (Scaramellini 1985)

venerdì 24 giugno 2016

MARSILI, Giovanni

(Pontebba UD 1727 - Padova 1795) botanico



Dopo la laurea, spinto anche da Gennari, il M. si recò dapprima a Bologna e poi a Firenze, dove approfondì gli studi con il famoso medico e letterato Antonio Cocchi, insegnante di anatomia, apprezzato per la lingua e lo stile. Oltre a soddisfare i suoi interessi letterari, il soggiorno a Firenze fu anche l’occasione perché si rivolgesse agli studi di botanica. È verosimile che sia stato Cocchi, che il M. considerava suo amico e maestro, a indurlo a intraprendere un lungo viaggio di istruzione attraverso le principali città e accademie europee, aiutato dalla sua ottima conoscenza dell’inglese e del francese. Egli trasse profitto soprattutto dal soggiorno a Londra, dove nel 1758 fu ascritto alla Royal Society come socio estero: come tale, nel 1776 sottoscrisse la candidatura di Antonio Maria Lorgna.
Nel 1757, alla morte di Giulio Pontedera, professore di botanica e prefetto dell’orto botanico di Padova, il M. si trovava ancora a Londra. Si affrettò quindi a pubblicare, dedicandola ai Riformatori dello Studio di Padova, la sua prima dissertazione scientifica intitolata Nova, ad praxim medicam praecipue utilissima, universae Botanices rudimenta(Padova 1757). In essa, pur riconoscendo di essersi applicato fino ad allora soprattutto alla letteratura, rivendicava il suo profondo interesse per la botanica, sottolineandone l’importanza per la pratica medica, oltre a segnalare certe sue ricerche astronomiche e idrostatiche compiute privatamente. Fu così che, grazie anche all’autorevole appoggio di Marco Foscarini, procuratore di S. Marco e poi doge nel 1762, il M. fu preferito a numerosi aspiranti e in particolare a Pietro Arduino, che dopo la morte di Pontedera aveva svolto le funzioni di supplente con il titolo di custode. Con ducale del 24 genn. 1760 il M. fu nominato professore di botanica e prefetto dell’orto botanico dello Studio di Padova con lo stipendio di 400 fiorini all’anno.
D. Cotugno, Iter Italicum anni MDCCLXV, a cura di L. Belloni, Milano 1960, pp. 65, 70, 72; 

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