(Verona 1662 - Roma 1729), sacerdote, erudito poliedrico,
scienziato, matematico, astronomo, storico e antiquario al servizio della Roma
papale, di fama europea, fu il primo a ripetere gli esperimenti ottici di
Newton. Nel 1712 fu incaricato di portare la berretta cardinalizia al Rohan,
ottenendo così la possibilità di compiere un lungo viaggio in Francia ed
Inghilterra dove soggiornò nel 1713 ed incontrò i migliori intellettuali del
suo tempo: Swift, Arbuthnot, Halley e Newton. Partecipò a due sedute della
Royal Society, di cui divenne membro su proposta di Newton nel 1713, e visitò
Oxford dove fu accolto con molti onori. Del suo soggiorno inglese ha lasciato
un lungo resoconto in latino, Iter in Britanniam, pubblicato da S. Rotta
in Francesco Bianchini in Inghilterra. Contributo alla
storia del newtonianismo italiano (Brescia 1968). Abbiamo inoltre
alcune lettere pubblicate da C.G. Giuliari (Verona 1877), ed un manoscritto
sulle Cose più cospicue di Londra conservato alla Biblioteca Capitolare
Verona, cod. CCCLXXXIV, cc. 43r-46v. DBI.
Pagine
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martedì 31 maggio 2016
CASTIGLIONI, Luigi
(Milano 1757 – ivi 1832), nipote dei fratelli Verri, di intelligenza versatile
ed interessato alle scienze, intraprese un viaggio di istruzione in Francia e Inghilterra (1784-1785), e da qui partì
per l’America per osservare gli effetti della rivoluzione (1785-1787). Lungo il viaggio di ritorno passò per il Portogallo, la Spagna e la Francia meridionale. Raccolse le sue memorie di viaggio nei due volumi del Viaggio negli Stati Uniti dell'America settentrionale fatto negli anni 1785, 1786 e 1787 (1790). P.L. Bernardini e D. Lucci hanno raccolto in un volume (2009) le lettere dalla Francia (1784) e il diario del viaggio in Inghilterra (1784-85). DBI.
Marini, Callisto
(Pesaro 1737 - Roma 1822). Ecclesiastico, viaggiò con Giuseppe Garampi tra il 1761 e il 1763 toccando Svizzera, Germania, Olanda, Belgio, Francia e Austria, e redasse le memorie di viaggio in un diario (Arch. segr. Vaticano, Fondo Garampi, 18) pubblicato da G. Palmieri nel 1889. Fu nominato segretario dell'uditore della Rota a Vienna, e tornò successivamente in Italia per ricoprire numerosi incarichi presso gli archivi vaticani. Accompagnò come uditore il cardinale E. Stuart di York.
DBI, Clerici 2008.
DBI, Clerici 2008.
Garampi, Giuseppe
(Rimini 1725 - Roma 1792). Ecclesiastico, intellettuale, storico, diplomatico e instancabile viaggiatore. Fu allievo di Giovanni Bianchi (Jano Planco) nella neonata Accamedia dei Lincei a Rimini. Svolse numerosi incarichi all'estero per conto della chiesa, che lo portarono tra il 1761 e il 1764 in Svizzera, Germania, Olanda, Belgio, Francia e Austria. A suo rientro redasse una relazione, Del stato della religione in codesti parti della Germania (Arch. segr. Vaticano, Fondo Garampi, 77, cc. 364r-367r). Nel 1772 fu nominato nunzio pontificio in Polonia, e nel 1776 nunzio a Vienna. Nel recarsi alla nuova sede, Garampi svolse un lungo viaggio che lo portò ad attraversare parte della Polonia, della Germania e della Boemia (il viaggio è descritto in un volume, Ein Bericht, edito da I.P. Dengel).
I viaggi in Germania, Olanda, Francia, Svizzera (1761-1763) sono descritti in un resoconto scritto da Callisto Marini, conservato presso l'Archivio Vaticano, pubblicato nel 1889 da Gregorio Palmieri.
DBI, Clerici 2008.
I viaggi in Germania, Olanda, Francia, Svizzera (1761-1763) sono descritti in un resoconto scritto da Callisto Marini, conservato presso l'Archivio Vaticano, pubblicato nel 1889 da Gregorio Palmieri.
DBI, Clerici 2008.
Locatelli Lanzi, Francesco
(Bergamo 1687 - ivi 1770), conte di Liteggio. Si arruolò giovanissimo nei dragoni francesi e combatté in Italia e Spagna. Soggiorò a Parigi, da dove fuggì per sottrarsi ai creditori. Attraversò la Germania e giunse in Russia, tentando di raggiungere la Persia. Arrestato ed espulso, si recò in Spagna, e poi seguì il principe Rakoczi a Costantinopoli, dove divenne informatore segreto dell'ambasciatore veneto. Fuggì a Napoli quando il suo protettore cadde in disgrazia. Fu infine a Roma e a Venezia, per finire i suoi anni nella natia Bergamo.
Nel 1735 pubblicò a Parigi, anonime, le sue Letteres Moscovites, tradotte successivamente in inglese (1736). Furono inoltre tradotte in tedesco su ordine del governo russo e accompagnate da una confutazione col titolo eloquente: Le cosiddette Lettere Moscovite, ovvero le calunnie e le mille avventurose bigie sparate contro la nazione russa da un italiano venuto dall'altro mondo (1738). 
Vari punti esposti nelle Lettres furono in seguito confermati dall'Algarotti nei suoi Viaggi di Russia (1760). Cfr. Clerici 2008 p. 543.
BONFIOLI MALVEZZI, Alfonso
(Bologna 1730 – ivi 1804), vivace figura di intellettuale
aristocratico, viaggiò in Europa tra il 1771 e il 1773, e fu in Inghilterra tra
il maggio e la fine dell’estate del 1772. Lasciò un diario, redatto in parte in
francese, che fu pubblicato a cura di S. Cardinali e L. Pepe nel 1988 e
nuovamente a cura di S. Cardinali nel 1991. DBI.
BROSCHI, Carlo (Farinelli)
(Andria 1705 – Bologna 1782), il più famoso castrato dei suoi
tempi, fu in Inghilterra dal 1734 al 1737 dove riscosse notevoli successi.
Cinque sue lettere da Londra indirizzate al conte Sicinio Pepoli sono state
pubblicate in La solitudine amica. Lettere al conte Sicinio Pepoli (2000,
pp. 132-141). DBI.
FABBRI, Lorenzo
(Forlì ? – ?),
in Inghilterra nel 1772 per accompagnare la moglie del musicista Giovan
Battista Cirri, autore del Diario ritrovato e pubblicato da Furio
Luccichenti (1999).
GUERRINI, Pietro
(Firenze? 1651- ivi? 1716), tecnico e disegnatore, viaggiò in Europa tra il
1682 e il 1686 su incarico del Granducato per osservare i progressi tecnici
negli altri paesi. Fu in Inghilterra tra il settembre e il novembre 1685, dove
visitò anche il sud del paese ed apprezzò le manifatture inglesi, specialmente
tessili. Le lettere ad Apollonio Bassetti sono state pubblicate col titolo Il
viaggio in Europa di Pietro Guerrini (1682-1686). Edizione della corrispondenza
e dei disegni di un inviato di Cosimo III dei Medici, a cura di Francesco
Martelli, Firenze: Olschki (2005).
lunedì 30 maggio 2016
GUICCIARDI, Giovanni Orazio
(Reggio Emilia 1665-Reggio Emilia 1742). Viaggiò in Europa col fratello Fabrizio (qv). DBI
da DBI: Al termine degli studi umanistici, e dopo un breve soggiorno a Reggio, i fratelli Guicciardi furono mandati dalla madre in Francia, all'Accademia di Blois, per essere istruiti nelle arti cavalleresche. L'educazione dei due giovani fu completata da un lungo viaggio attraverso l'Europa, durante il quale ebbero modo di fare l'ingresso nelle corti italiane, in Francia, Olanda, Inghilterra, Germania, Austria e Polonia.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Modena, Archivio Guicciardi, Carteggi di principi e signori, filza 1313; Modena, Biblioteca Estense e universitaria, Archivio Muratoriano, Sez. VII, Corrispondenza del Muratori, f. 54 (lettere di Fabrizio Guicciardi); 55 (lettere del G.); 56 (lettere di Orazio Guicciardi);
da DBI: Al termine degli studi umanistici, e dopo un breve soggiorno a Reggio, i fratelli Guicciardi furono mandati dalla madre in Francia, all'Accademia di Blois, per essere istruiti nelle arti cavalleresche. L'educazione dei due giovani fu completata da un lungo viaggio attraverso l'Europa, durante il quale ebbero modo di fare l'ingresso nelle corti italiane, in Francia, Olanda, Inghilterra, Germania, Austria e Polonia.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Modena, Archivio Guicciardi, Carteggi di principi e signori, filza 1313; Modena, Biblioteca Estense e universitaria, Archivio Muratoriano, Sez. VII, Corrispondenza del Muratori, f. 54 (lettere di Fabrizio Guicciardi); 55 (lettere del G.); 56 (lettere di Orazio Guicciardi);
GUICCIARDI Fabrizio
(Reggio Emilia 1662 – Londra 1717), percorse ancora giovane
l’Europa col fratello Giovanni Orazio in un lungo Grand Tour, e nel 1694 riprese la strada della
Francia e dell’Inghilterra dove incontrò numerose personalità del  tempo. Intraprese dapprima la carriera
militare ma fu poi nominato da Rinaldo d’Este ambasciatore a Londra, dove
giunse nel 1715 col nipote Giovanni. A Londra frequentò assiduamente Newton, ed
intervenne nella diatriba Newton-Leibniz sul calcolo infinitesimale in modo che
non fu gradito dal Duca Rinaldo. DBI.
Francia, Olanda, Inghilterra, Germania, Austria e Polonia.
Francia, Olanda, Inghilterra, Germania, Austria e Polonia.
LANDRIANI, Marsilio
(Milano 1751 – Vienna 1815), scienziato, inviato in Europa tra il
1787 e il 1789 dal governo imperiale per osservare le manifatture e i sistemi
educativi degli altri paesi a scopo di rinnovare la situazione della Lombardia.
Le sue Relazioni sono state pubblicate nel 1981. DBI.
Fu in Germania nel 1787 (Clerici 2008, p. 805)
Fu in Germania nel 1787 (Clerici 2008, p. 805)
LANDI, Ubertino
(Piacenza 1687
– ivi 1760), letterato erudito, compì il Grand Tour tra il 1713 e il
1714, soggiornando in Inghilterra dall’ottobre 1713 al marzo 1714. Ha lasciato vari
scritti relativi ai viaggi ancora manoscritti (conservati nel Fondo Landi della
Biblioteca comunale Passerini-Landi di Piacenza), nei quali troviamo
descrizioni dettagliate degli eventi e dei luoghi, nei quali particolare
importanza è data alla vita quotidiana. Cfr. Guagnini 1986, pp. 59-69, 325-326.
DBI.
LANDI, Ubertino. - Nacque a Piacenza il 25 giugno 1687 da Ippolito, conte di Rivalta e marchese di Gambaro, di antica e nobile casata piacentina, e Margherita dei conti Marazzani. Da questo matrimonio, oltre a Ubertino, nacquero Francesco, Ermellina, poi moglie del conte Domenico Scotti di Sarmato, e Flerida, sposata al marchese Gian Battista Mischi.
La famiglia, discendente da un potente clan gentilizio di origine medievale, era rimasta ai vertici della società piacentina in epoca viscontea-sforzesca e poi farnesiana, quando i suoi rami principali ricevettero titoli e investiture feudali. Ippolito, dottore in legge, ascritto nel 1687 al Collegio dei dottori e giudici, fu letterato e autore di opere storiche. Uomo di ampia cultura e appassionato bibliografo, fu probabilmente lui a instillare nel figlio la passione per le lettere.
In giovane età il L. fu inviato nel Seminario romano, per studi letterari e filosofici sotto la guida dei gesuiti. Il periodo capitolino ebbe grande importanza per la sua formazione. Si affacciò al mondo letterario, sollecitato da F.M. Gasparri, suo maestro di diritto canonico, ecclesiastico e arcade (Eurindo Olimpiaco), che gli permise di entrare in contatto con l'ambiente arcadico romano. Tale alunnato determinò in maniera significativa i suoi riferimenti letterari, facendolo entrare in contatto con A. Guidi e G.B.F. Zappi.
Nel 1706 tornò a Piacenza e poté dedicarsi allo studio e agli interessi che intanto aveva sviluppato per la letteratura francese. Mantenne tuttavia frequenti contatti con l'Arcadia romana, alla quale fu ascritto nel 1711. Nel 1713 il L. decise di intraprendere un lungo viaggio per l'Europa.
Il tour (7 apr. 1713 - 19 maggio 1714) ebbe come principali tappe Genova, Marsiglia, Parigi (dove fu dal 29 maggio al 19 luglio), Liegi, Colonia, Düsseldorf, Nimega, Amsterdam, Rotterdam, Lovanio e Bruxelles. A Calais si imbarcò per l'Inghilterra, dove soggiornò lungamente a Londra, per tornare nuovamente in Francia, dove si fermò ancora a Parigi (30 marzo - 27 aprile). Il 19 maggio fu di ritorno a Piacenza. Diversi anni più tardi, nel 1750, L. compì un altro viaggio, stavolta a Roma, in occasione dell'anno santo. I resoconti di questi viaggi sono conservati manoscritti nel Fondo Landidella Biblioteca comunale Passerini-Landi di Piacenza. Si tratta di tre volumi (Mss., 80, 81 e 82): Viaggi del pelegrino Ubertino Landi, Zibaldone famoso e Viaggio. Il primo, sul viaggio del 1713-14, è diviso in tre tomi, corrispondenti ai periodi 7 aprile - 14 luglio 1713, 14 luglio - 13 dic. 1713, 14 dicembre - 19 maggio 1714. Ha forma di giornale di viaggio, articolato in brevi proposizioni e rapide annotazioni, con descrizioni minute e attente di strade, paesaggi, personaggi incontrati, pranzi, ricevimenti e descrizioni di pratiche religiose, cui viene dato rilevante spazio. Ne emerge la fisionomia di un uomo attento e curioso, anche se incapace di comporre un organico quadro culturale, attratto in particolare dalle cerimonie pubbliche cui intervengono sovrani, nobiltà, autorità civili e religiose. Allo stesso viaggio si riferisce anche il quaderno intitolato Zibaldone famoso, diviso in cinque parti: Memorie di Fiandra, Memorie di Olanda, Memorie di Germania, Memorie di Inghilterra, Descrizione dei dintorni di Parigi. Pur trattandosi di appunti slegati e frammentari, vi si trovano informazioni interessanti sulle realtà visitate e sulla vita quotidiana, quali non si riscontrano di solito nelle memorie di viaggio. Il Viaggio del 1750, meno interessante, è invece una sorta di registro di nomi, distanze, tappe e spese, annotate nel corso del viaggio effettuato tra il 2 marzo e il 20 luglio 1750 per recarsi a Roma e a Napoli.
Gli anni trascorsi a Roma, il lungo viaggio europeo del 1713-14, la preparazione umanistica, fondata su un'ampia conoscenza delle lingue classiche e la posizione della famiglia resero il L. autorevole nell'ambiente culturale piacentino, ove assunse un ruolo di animatore e rappresentò con coerenza e puntualità le direttive di poetica arcadica, assimilate nel soggiorno romano, che si andavano affermando in molte città italiane. Fu dapprima autore di un sonetto apparso nei Componimenti poetici nelle gloriosissime nozze della serenissima sig. principessa Elisabetta Farnese colla maestà di Filippo V re delle Spagne (Piacenza 1714, p. 12), ultimo atto dell'Accademia degli Spiritosi, fondata a Piacenza nel 1654, che aveva rappresentato, pur in un orizzonte rimasto al di là di ogni preoccupazione di utilità sociale, un campo di sperimentazione letteraria più esteso rispetto alla corte farnesiana.
Nel gennaio 1715, tredici dei sedici fondatori della colonia arcadica di Trebbia, istituita con il motto Dulcedine capta, visitarono gli Spiritosi. Il desiderio di rinnovare l'esperienza arcadica nella propria città fu avvertito da diversi intellettuali piacentini, ma in particolare dal L. e da B. Morando, quest'ultimo in contatto epistolare con G.M. Crescimbeni già dal 1690.
L'Archivio dell'Arcadia presso la Biblioteca Angelica di Roma conserva trenta lettere (Mss., 21, 27 e 28), datate tra 1690 e 1716, di intellettuali e arcadi piacentini a Crescimbeni, nella sua funzione di custode generale. E proprio il L., in una lettera del 4 febbr. 1715, ringraziò Crescimbeni per avere ratificato la fondazione della colonia piacentina (Pareti - Baucia, pp. 169 s.). La prima adunanza della colonia Trebbiense, nell'agosto 1715, trattò della fondazione. Il L., ascritto con il nome di Atelmo Leucasiano, ebbe un ruolo fondamentale nello stabilirne i valori fondanti, orientati a una produzione occasionale, encomiastica e disimpegnata, sviluppata sulla scorta delle lirica chiabreresca e caratterizzata in prima istanza dalla ricerca della facilità comunicativa (Raboni, p. 303).
Di questo primo atto di vita e delle vicende della colonia piacentina fino ai primi anni Cinquanta rimane testimonianza in due voluminosi manoscritti della Biblioteca comunale Passerini-Landi di Piacenza (Comunale, 294; Pallastrelli, 106), che raccolgono i temi trattati durante le adunanze. L'attività poetica dell'Arcadia piacentina, segnata da una spiccata caratterizzazione nobiliare, fu improntata prevalentemente all'esercizio della poesia d'occasione e celebrativa, con una stretta aderenza al progetto culturale crescimbeniano. L'adesione e la consonanza con gli ambienti arcadici romani sono provate anche dalla cospicua presenza dei piacentini della colonia Trebbiense nelle Rime degli Arcadi. Per quanto riguarda il L., si trovano suoi componimenti nei volumi VII (20 sonetti, 1 canzonetta e 1 polimetro, pp. 79-99) e VIII (10 sonetti, pp. 66-75) delle Rime degli Arcadi, pubblicati a Roma rispettivamente nel 1717 e nel 1720. Inoltre nella Raccolta di varj poemetti lirici, drammatici, e ditirambici degli Arcadi (Roma 1722, pp. 350-354) è presente un suo ditirambo. Si tratta di rime che "attestano una certa disponibilità stilistica del giovane Landi, che alterna momenti di maggiore sentore secentista a una maggiore scioltezza descrittiva e di medietà comunicativa, visibile soprattutto nelle canzonette, nelle egloghe e nel lungo ditirambo, dove la puntuale influenza soprattutto di Zappi e Redi è risolta in una tendenza verso la precisione lessicale e la risoluzione dell'andamento sintattico entro il congegno metrico prescelto" (Raboni, p. 302).
Le testimonianze sul ruolo del L. nell'elaborazione di modelli poetici e linguistici sono estremamente significative, e segnano il passaggio da rime per monacazioni a raccolte più autoreferenziali. Notevoli, quanto alla sperimentazione tecnica, sono l'egloga La celebre grotta diColorno, in Rime degli Arcadi della colonia di Trebbia sopra il nobilissimo giardino di Colorno (Piacenza 1721, pp. 84-100), e il canto d'apertura (a conferma della posizione eminente del L. nel gruppo arcadico piacentino) in Le nozze del serenissimo Antonio Farnese con la serenissima Enrichetta d'Este principessa di Modena (Piacenza 1728, pp. 1-14). Pure un canto del L. aprì il Poema della Comunità di Piacenza umiliato alla reale serenissima altezza di Carlo infante di Spagna duca di Piacenza Parma e gran principe di Toscana nel suofaustissimo arrivo nella nostra città (Piacenza 1732, pp. 1-6). La produzione letteraria del L. si svolse tutta sotto l'insegna della militanza nell'Arcadia, che fu "la possibilità offerta ai piacentini di giocare in tal modo la carta della sprovincializzazione, ottenendo di fatto il riconoscimento della non perifericità culturale e del ruolo di intellettuale" (Pareti - Baucia, pp. 190 s.).
Presso la Biblioteca comunale Passerini-Landi sono conservati diversi manoscritti del L.: Landi, 107 (sette volumi di sonetti e canti); 168 (un volume di sonetti); 222 (Dissertazione sopra la produzione de fulmini recitata nell'Accademia Fisico-medico-matematica l'anno 1722 del marchese Ubertino Landi); Pallastrelli, 301 (Rime del marchese Ubertino Landi tra gli Arcadi Atelmo Leucasiano, pastore della colonia di Trebbia). Interessante per la vita della colonia è poi il ms.Pallastrelli 108 che raccoglie gli articoli necrologi di pastori defunti, compilati dal L. e spediti all'Arcadia romana (biografie di Luigi Suzani, Gregorio Costa, Daniele Scotti, Bernardo Morando, Gaetano Aimi, Giovanni Arcelli, Giambattista Conti, Gottardo Pallastrelli e Antonio Scotti). Testimone di omogeneità e di apertura verso gli sviluppi della lirica settecentesca italiana, il L. ebbe rapporti con numerosi intellettuali. L'esame della corrispondenza con L.A. Muratori e con A. Vallisnieri restituisce al personaggio un'immagine articolata e complessa che permette di intravedere il peso della sua figura nella fittissima rete dei rapporti culturali del tempo. In particolare con Vallisnieri, che fu un punto di riferimento irrinunciabile dei dibattiti scientifici europei dei suoi tempi, il L. condivideva numerosi interessi fisico-matematici che lo spinsero, nel 1721, a promuovere insieme con Diego Revillas, abate del monastero di S. Savino, un'Accademia fisico-medico-matematica, per la quale compose il discorso inaugurale il Ragionamento accademico d'Atelmo Leucasiano pastore arcade intorno al frumento bucato e inverminato e l'operetta Del nascimento dei funghi secondo l'ipotesi del sig. Antonio Vallisneri, dissertazione del sig. march. Ubertino Landi recitata in Piacenza nell'Accademia Fisico-medico-matematica l'anno 1723, opere pubblicate nei Supplementi al Giornalede' letterati d'Italiarispettivamente nel t. I (Venezia 1722, pp. 1-31) e nel t. III (Venezia 1723, p. 291).
Il legame più stretto, anche di amicizia personale, fu con C.I. Frugoni, con il quale il L. aveva in comune la facilità a verseggiare, e che gli fu vicino nei difficili momenti della morte, avvenuta in tenera età, dei figli, avuti dalla moglie Anna Caterina dei conti Scotti di Sarmato, defunta nel 1758. L'influsso del L. sull'opera dell'abate genovese, più volte ospite al castello di Rivalta, fu tale da far parlare Calcaterra di "prefrugonianesimo" (Calcaterra, 1920, passim).
Il legame stabilito con altri arcadi lo portò anche a partecipare alla compilazione, a più voci, del poema giocoso in venti canti in ottava rima Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (Bologna 1736) che riprendeva la materia già trattata da G.C. Croce.
Il L. morì a Piacenza il 17 febbr. 1760 e fu sepolto nella chiesa di S. Pietro.
Fonti e Bibl.: Piacenza, Biblioteca comunale Passerini-Landi, Schede Rapetti, Personaggi, s.v.; L. Cerri, Appendice alle Memorie per la storia letteraria di C. Poggiali, Piacenza 1897, pp. 37-39; E. Bertana, Il Parini tra i poeti giocosi del Settecento, in Giorn. stor. della letteratura italiana. Suppl., I (1898), pp. 44 s.; L. Mensi, Diz. biogr. piacentino, Piacenza 1899, s.v.; Epistolario di Lodovico Antonio Muratori, a cura di M. Campori, II, VI-IX, XI, Modena 1901-22, ad indices; F. Picco, Nei paesi dell'Arcadia. La colonia Trebbiense, in Boll. stor. piacentino, I (1906), pp. 21-27, 49-65, 145-157; F. Colagrosso, Un'usanza letteraria in gran voga nel '700, Firenze 1908, pp. 13, 16, 172 s.; S. Fermi, Postille inedite di Vincenzo Monti alle rime di alcuni arcadi piacentini, in Boll. stor. piacentino, V (1910), pp. 241-244; M. Casella, Le origini di Piacenza e una dotta polemica intorno ad esse, Piacenza 1912, p. 18; M. Dardana, Un letterato piacentino del secolo XVIII (U. L.), Piacenza 1914; F. Picco, I soggiorni in Piacenza di C.I. Frugoni, Piacenza 1914, passim; C. Calcaterra, Storia della poesia frugoniana, Genova 1920, passim; G. Natali, Storia letteraria d'Italia. Il Settecento, Milano 1929, pp. 671, 677, 1032; C. Calcaterra, Il barocco in Arcadia ed altri scritti sul Settecento, Bologna 1950, pp. 51, 171, 177; G. Drei, I Farnese, grandezza e decadenza di una dinastia italiana, a cura di G. Allegri Tassoni, Roma 1954, pp. 280 s.; W. Binni,Preromanticismo italiano, Napoli 1959, p. 254; Storia della letteratura italiana. Il Settecento, VII, a cura di E. Cecchi - N. Sapegno, Milano 1968, p. 409; Le antiche famiglie di Piacenza e i loro stemmi, a cura di G. Fiori et al., Piacenza 1979, p. 256; Le istituzioni dei Ducati parmensi nella prima metà del Settecento, a cura di S. Di Noto, Parma 1980, p. 99; R. Schippisi, Appunti per una rilettura dei viaggi di U. L., in Arch. stor. per le provincie parmensi, XXXIV (1982), pp. 295-302; Il "grand tour" e un viaggio italiano di un aristocratico piacentino: U. L., in La regione e l'Europa. Viaggi e viaggiatori emiliani e romagnoli nel Settecento, a cura di E. Guagnini, Bologna 1986, pp. 59-69, 325 s.; A. Vallisnieri, Epistolario, a cura di D. Generali, I-II, Milano 1991-98, ad ind.; P. Pareti - M. Baucia, Per la storia dell'Arcadia: gli esordi della colonia Trebbiense, inBoll. stor. piacentino, LXXXVIII (1993), pp. 165-210; G. Raboni, La letteratura in età farnesiana, in Storia di Piacenza. Dai Farnese ai Borbone (1545-1802), I, Piacenza 1999, pp. 299-310.
HONORATI, Bernardino
(Jesi 1724 – Senigallia 1807), ecclesiastico, venne inviato nel
1746 a Parigi insieme al fratello Anton Maria per consegnare la berretta
cardinalizia al cardinale A. de Rohan-Ventadour. Fu l’occasione per compiere un
lungo tour d’istruzione dal quale rientrò nel 1748. Soggiornò a Londra
tra il maggio e il luglio 1748. Il viaggio è descritto in una Relazione
ed in numerose lettere manoscritte (Jesi, Biblioteca Planettiana, Archivio
Honorati, card. Bernardino, vol. 48). DBI.
LUINI, Francesco
(Luino 1740 - Milano? 1792), gesuita, matematico ed astronomo,
viaggiò tra l’aprile e l’autunno 1783 con Luigi Malaspina. Al ritorno raccolse
le lettere inviate agli amici in Lettere scritte da più parti d'Europa a
diversi amici, e signori suoi nel 1783 (Pavia 1785): «le tre lettere relative al soggiorno
nell'isola sono tra i testi salienti dell'anglofilia italiana nel secolo XVIII» (DBI). Una di queste è pubblicata
in Viaggiatori del Settecento, a cura di L. Vincenti (Torino 1962, pp. 149-154).
DBI.
MALASPINA, Luigi
(1754 – 1835), nobile collezionista pavese, viaggiò in Europa con Francesco
Luini (cfr. DBI, s.v. Luini, Francesco) tra l’aprile e l’autunno 1783, toccando Inghilterra, Germania, Austria, Boemia e Ungheria. Il
viaggio è descritto nella Relazione di una scorsa per varie province
d'Europa del M. M. a Madama G. in Parigi, Pavia: Stamperia del Monastero di
San Salvatore, 1786. Membro della Royal Society dal 1784.
Relazione di una scorsa per varie province d'Europa
Relazione di una scorsa per varie province d'Europa
ANGIOLINI, Luigi
(Seravezza, LU, 1750 – ivi 1821), poligrafo e diplomatico, viaggiò in
Inghilterra nel 1787 al seguito dell’ambasciatore napoletano B. Forteguerri e
visitò la Scozia. Sulla strada del ritorno si fermò a Parigi dove rimase dal 1788 al 1789. Scrisse un volume di Lettere sopra l'Inghilterra, la
Scozia e l'Olanda, pubblicandone i primi due volumi a Firenze nel 1790. Non
pubblicò il terzo volume annunciato sull’Olanda, forse a causa dello scarso
successo dei primi due. A Firenze circolò un epigramma a conferma di questa ipotesi: «Mio carissimo Angiolino, / chi sarà quel babbuino / che sei giuli voglia mettere / pelle vostre insulse lettere?». Sul soggiorno parigino ha lasciato degli appunti, pubblicati nel 1921 in francese da B. Sancholle-Henraux.
Clerici 2008, pp. 767-769
DBI
 
Clerici 2008, pp. 767-769
DBI
ORIANI, Barnaba
(Garegnano,
MI, 1752 – Milano 1832), astronomo, fu in Inghilterra nel 1786 con l’incarico
di acquistare strumenti scientifici per la specola di Brera a Milano di cui fu
direttore. Ha lasciato un diario di viaggio manoscritto che è stato pubblicato
da A. Mandrino-G. Tagliaferro- P. Tucci nel 1994. Membro della Royal Society
dal 1795. ETO.
domenica 29 maggio 2016
BERTOLA DE GIORGI, Aurelio
(Rimini 1753 - Rimini 1798) poeta e accademico, fuggì giovanissimo in Ungheria dove si dedicò per qualche tempo alla vita militare. Nel 1783 fu a Vienna, dove entrò in contatto col concittadino Giuseppe Garampi, nunzio apostolico nella città. Viaggiò in Svizzera (dove incontrò l'amato poeta Salomon Gessner) e in Germania, e su questo scrisse il Viaggio sul Reno e ne' suoi contorni (1795).
I diari del viaggio, pubblicati da Michèle e Antonio Stäuble, mostrano come il Viaggio sia il frutto di una forte rielaborazione che ha alterato diversi dati del viaggio reale.
Bertola è inoltre autore di inedite Lezioni di geografia (conservate presso la Biblioteca Gambalunga di Rimini). I suoi scritti contribuirono a diffondere la sensibilità preromantica in Italia.
Clerici 2008, pp. 803-807
DBI
I diari del viaggio, pubblicati da Michèle e Antonio Stäuble, mostrano come il Viaggio sia il frutto di una forte rielaborazione che ha alterato diversi dati del viaggio reale.
Bertola è inoltre autore di inedite Lezioni di geografia (conservate presso la Biblioteca Gambalunga di Rimini). I suoi scritti contribuirono a diffondere la sensibilità preromantica in Italia.
Clerici 2008, pp. 803-807
DBI
sabato 28 maggio 2016
GAZZOLA, Gian Angelo
(Piacenza 1664 – ivi? 1736) diplomatico, inviato straordinario a Londra per
Francesco Farnese tra l’aprile 1713 e l’ottobre 1715, e poi una seconda volta
in un periodo imprecisato. Nelle sue lettere, manoscritte, descrive il sistema
politico inglese ed alcune tra le personalità più importanti del periodo. Cfr. Gallini1997.
venerdì 27 maggio 2016
GEMELLI CARERI, Giovanni Francesco
(Radicena, ora Taurianova, RC - 1651 - Napoli 1724), giureconsulto e instancabile
viaggiatore, autore del Giro del mondo in 6 volumi a Napoli
(1699-1700) che lo rese celebre in tutta Europa, pubblicato in varie ristampe e
traduzioni. Attento osservatore degli innumerevoli luoghi visitati, descrisse
l’esperienza inglese (1685) nei Viaggi per l'Europa pubblicati a Napoli
(1693, poi nel 1701 ed infine insieme al Giro del mondo). In Europa visitò Francia, Inghilterra, Olanda, Germania, mentre nel suo giro del mondo (1693-98) toccò Egitto, Turchia, Persia, India, Cina, Filippine, Giappone, Messico, Cuba, Spagna, Francia. 
DBI.
DBI.
CORONELLI, Vincenzo
(Venezia 1650 - ivi 1718), cosmografo, costruttore di globi, fondò
l'Accademia cosmografica degli Argonauti (1684) considerata la più antica
società geografica del mondo. Andò in Inghilterra nel 1696 con gli ambasciatori
veneziani L. Soranzo e G. Venier per comunicare il riconoscimento da parte
della Repubblica Veneziana di Guglielmo d'Orange come re d'Inghilterra.
Pubblicò un Viaggio d'Italia in Inghilterra (Venezia 1697), «una specie di guida turistica ricca
di note di viaggio, di informazioni e notizie sulle città, sui commerci, sui
modi di vita, con centoquindici tavole di vedute e piante di città, stemmi,
costumi» (DBI). Il Viaggio contiene anche una sezione introduttiva in cui Coronelli parla dell'utilità dei viaggi e dà indicazioni sui migliori modi di viaggiare e di come mettere a frutto tale esperienza.
giovedì 26 maggio 2016
CAPRARA MONTECUCCOLI, Giovanni Battista
(Bologna 1733 – Parigi 1810), nunzio pontificio a Colonia, visitò
l’Inghilterra nel 1772 sulla quale scrisse una Relazione, il cui
manoscritto è conservato all’Archivio Segreto Vaticano (Segreteria di Stato –
Colonia – 185 – cc. 22-29). DBI.
mercoledì 25 maggio 2016
CAIMO, Norberto
(?-?),
religioso e viaggiatore lombardo, di cui non si sa pressoché nulla (cfr. F.
Meregalli, Storia delle relazioni letterarie tra Italia e Spagna,
Venezia: Libreria Universitaria, 1962, vol. 3, p. 20). Fu in Inghilterra nel
1756, come si evince dal riferimento all’arrivo a Portsmouth nello stesso
giorno in cui vi fu portato l’ufficiale di marina inglese John Byng (cfr.
ODNB). La sua esperienza inglese è raccontata nelle Lettere d’un vago
italiano ad un suo amico, Pittburgo, 1767[1]
(ne fanno menzione le Efemeridi letterarie di Roma il 16.01.1773). Il World
Biographical Information System  (vedi Sitografia) riporta solo, sulla scorta
di S. Amat, che fu attivo tra il 1755 e il 1767.
ALGAROTTI, Francesco
(Venezia 1712 - Pisa 1764). Nel 1734 fu in Francia, dove conobbe Voltaire, e nel 1736 (ODNB) andò in Inghilterra, dove soggiornò sei mesi, perfezionò la lingua
inglese e conobbe numerose persone di spicco, tra cui Lady Montagu, Lord
Hervey, Lord Burlington e A. Pope. Il libretto in cui divulgò le teorie di
Newton (Il Neutonianismo per le dame, 1737) ebbe risonanza
internazionale. Dopo un periodo trascorso in Italia, tornò in Inghilterra nel
1738, da dove nel 1739 partì per la Russia in un lungo viaggio che raccontò nei
Viaggi di Russia «letti con avidità in tutta Europa» (W. Spaggiari, citato in Clerici 2008, p. 544) e che toccò l'Olanda, la Danimaca, la Svezia, l'Estonia e la Germania. Sul suo soggiorno in Inghilterra ci sono alcune
lettere stampate nei volumi delle raccolte complete delle sue opere, e ci sono
riferimenti all’Inghilterra in molti suoi scritti. Membro della Royal Society e
della Society of Antiquaries dal 1736, Corresponding Member della London
Society of Arts dal 1762. DBI, ODNB, Allen-Abbott 1992, pp. 253-264 e p. 409 n.
5, Clerici 2008.
ALFIERI, Vittorio
(Asti 1749 – Firenze 1803). Instancabile viaggiatore percorse
tutta l’Europa, dal Portogallo alla Svezia, alla Russia. Fu in Inghilterra
quattro volte: 1768, 1770-71, 1783, 1791. Interessanti riflessioni
sull’Inghilterra si trovano nella Vita e nella satira I viaggi.
DBI.
ACERBI, Giuseppe
(Castelgoffredo MN 1776 – ivi 1843). Grande viaggiatore, direttore
della Biblioteca Italiana dal 1816 al 1826, console generale d’Austria in
Egitto (1826-1834). Nel 1796 partì per un lungo tour nel nord Europa che
lo portò fino a Capo Nord. Trascorse in Inghilterra e in Irlanda il periodo tra
il 22 giugno 1796 e la primavera del 1797: di questo soggiorno ci è giunto il Diario
manoscritto, pubblicato da Simona Cappellari nel 2012. Tornò nuovamente in
Inghilterra dopo il viaggio in Lapponia, e a Londra ne pubblicò nel 1802 il
resoconto col titolo Travels through Sweden, Finland and Lapland to
the North Cape in the years 1798 and 1799. Oltre al manoscritto del Diario
del soggiorno in Inghilterra (ms. 1307/1), la Biblioteca Teresiana di
Mantova conserva numerose carte e documenti di viaggio (Carte Acerbi, b. II, n.
2-4), tra cui il Diario di viaggio attraverso l’Austria, la Germania e
l’Inghilterra da Castel Goffredo a Bath (ms. 1287) ed un insieme di lettere
non datate indirizzate al fratello Luigi (Cfr. Cappellari, pp. 10 e 12). DBI (che
però non menziona il primo soggiorno inglese).
Simona Cappellari sul viaggio di Acerbi
Simona Cappellari sul viaggio di Acerbi
martedì 24 maggio 2016
QUERINI, Angelo Maria
(Venezia 1680 – Brescia 1759), ecclesiastico ed erudito, in contatto con
numerosi intellettuali europei. Viaggiò in Europa dal 1710 al 1714, fu in
Inghilterra tra il gennaio e il marzo 1711 dove visitò oltre a Londra anche le
università di Oxford e Cambridge ed incontrò numerosi esponenti della cultura
inglese, come R. Bentley, P. Needham e G. Burnet. Del viaggio abbiamo una
descrizione nei suoi Commentarii (1749). Cfr. Mainetti 1961. ETO.
RODELLA, Giambattista
(Venezia 1749 – Padova 1834), orologiaio, custode della Specola e macchinista dell’Accademia di Padova, si recò in Inghilterra nel 1794 su incarico di Almorò Alvise Pisani, Procuratore di S. Marco, per vedere una macchina che pensava di introdurre in Polesine. Ha descritto il suo viaggio in una breve Relazione che pubblicò nel 1794. Vari riferimenti al viaggio di Rodella si trovano anche in Giormani-Torrens 2006.